sabato 7 giugno 2008

Clint Eastwood: Tappati La Bocca Spike Lee. Sei Solo Un Ignorante.

CLINT Eastwood risponde a Spike Lee, che ha recentemente accusato il pluri premiato regista di non aver impiegato attori di colore nei suoi due film sulla seconda guerra mondiale: "Flags of Our Fathers" e "Lettere da Iwo Jima".

"Una persona come lui dovrebbe soltanto pensare a tapparsi la bocca.", dice Clint Eastwood al Guardian. E poi rincara il colpo: "Chissà se ha mai letto un libro di storia."

Lo scorso mese Spike Lee, mentre si trovava a Cannes, impegnato nella promozione del suo film intitolato "Miracolo a Sant'Anna", si lamentava dicendo: "La versione di Eastwood è questa: i soldati "negri" non c'erano... Non può certo giustificarsi dicendo che non sapeva. E' stata una decisione consapevole quella di escludere dal cast persone di colore."

Eastwood, col suo film "Lettere da Iwo Jima", ha detto invece di essere al corrente dell'esistenza di un piccolo battaglione di soldati di colore, ma precisa: "non si trattava comunque degli eroi impegnati ad innalzare la bandiera. Il film si chiama appunto "Flags of Our Fathers", la storia si incentra sul momento storico in cui la bandiera americana veniva piantata al suolo ed innnalzata, ma non vi erano soldati di colore in quell'occasione. Se io avessi forzato il racconto, distorcendo l'evento storico ed introducendo soldati di colore, la gente avrebbe pensato che che sono impazzito, o quantomeno che sono impreciso nella narrazione."

Ad onor del vero, fra i due non corre buon sangue ma le "incomprensioni" risalgono al 1987, quando Eastwood, era impegnato nella regia di "Bird", un film sulla leggenda del jazz Charlie Parker.

Eastwood, vincitore dell'oscar per la regia e la miglior fotografia grazie ai film "Unforgiven" e "Million Dollar Baby", gira il coltello nella piaga ed avverte Spike Lee che non vedrà attori di colore nel suo ultimo film "The Changeling", ma neppure nella prossima pellicola ambientata in una Los Angeles degli anni 30.

Eastwood ringhia ancora: "Se il lavoro da regista si risolve in uno spot per le pari opportunità fra bianchi e neri, io mi chiamo fuori. Il mio gioco sta in una lettura storica dei fatti, ed i miei film cercano di rispecchiarli. Quando nella scena il 90% delle persone devono essere di colore, come in "Bird", il 90% dei miei attori è nero."

Visto il tenore di queste argomentazioni, sommessamente viene da chiedermi se Eastwood sia solo un pedante narratore della realtà storica o un vero razzista, peraltro premiato con vari oscar.

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